La Vallecamonica, il fiume Oglio, il lago d’Iseo e d’Aviolo con il suo ghiacciaio sono l’equilibrio perfetto.
Fino al 2010 mai avrei pensato di produrre un vino spumante Metodo Classico, non era preventivato e non è stato voluto o meglio la casualità e la fortuna lo hanno voluto. Tutto è successo con l’opportunità di gestire il vigneto storico Ruk a Cividate Camuno, la precedente famiglia che lo curava da più di 50 anni, ha dovuto abbandonare per l’improvvisa malattia di uno dei componenti.
La vigna risalente al secolo scorso, con piante secolari, molte a piede franco è composta da tutta la biodiversità che la Vallecamonica rappresenta; sono presenti più di 10 varietà diverse che nel corso degli anni sono state piantate. La bacca è rossa come da tradizione, i vitigni prettamente autoctoni, Ciass Negher, Baldamina, Valcamonec, Gratù e Hibebo o più conosciuti come Schiava, Ciliegiolo, Marzemino, Incrocio Terzi e Merlot tutti derivati da vecchi cloni oggi certamente difficili da reperire.
Capisco che queste uve potrebbero dare una base spumante unica, complessa e inimitabile, il rischio è grande e poi dove mettere le bottiglie a riposo sui lieviti. Accetto la sfida, ristrutturo il vigneto ancora con i pali di legno presi nel bosco, li cambio con più pratici in corten, rimetto i fili quasi del tutto assenti e arrivo alla vendemmia, la vinificazione è qualcosa di unico; mi stupisce